lunedì 26 ottobre 2009

Qualcosa che non c'è




Le primarie di ieri hanno determinato in me l'esatta consapevolezza che non aveva importanza chi vincesse dei tre personaggi della commedia all'italiana: il primo dice che se vince prende con sè gli altri due, il secondo che nominerò consiglieri i suoi "compagni avversari" il terzo non dice nulla 'chè tanto lo sa che perde e allora meglio tacere e preparare le valigie (chiaramente non per andarsene a seguito di una sconfitta, bensì per entrare nel "nuovo" dibattito programmatico che sarà la base di una rifondazione ... bla bla bla) E intanto QUELLO è ancora là a disfare l'Italia, che è pur sempre la nostra nazione, non ne avremmo un'altra penso e quindi forse è giunta l'ora di rimboccarsi le maniche e far capire a quella mandria di burattini che il loro tempo è finito, che il portafoglio del burattinaio prima o poi si svuoterà, fors'anche grazie ad eroi come il giudice impavido che anzichè essere chiamato "primula rossa" di aristocratica emeoria sarà ricordato come "calzino turchese" (e non azzurro perchè tale colore è diventato un monopolio di quel moloch nano col parrucchino gonfio di viagra e altre non ben precisate polveri magiche che lo fanno "lavorare" col suo fido per 24 ore al giorno). Solo così i politici che oggi hanno dichiarato un'affluenza gigantesca alle calde urne di autunno, potranno riabilitarsi agli occhi della storia che non li perdonerà mai se continueranno a non capire che la creazione di una destra antagonista e priva di bulletti col portafoglio rigonfio è una necessità democratica e non è democratico invece stare a starnazzare contro il leviatano di arcore senza però sforzarsi in tutti i modi democratici per mandarlo a casa, nel suo mausoleo progettato dal famoso scultore italiano. Meditate gente che questo è stato

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